Le origini del caffè: dalla nascita a oggi - Coffee Family

Le origini del caffè: dalla nascita a oggi

Il popolo italiano è un amante della buona cucina, dei sapori autentici e della qualità dei prodotti: ma, sicuramente, ogni pasto ama concluderlo con un buon caffè. Il caffè, espresso o no, per noi è un momento irrinunciabile, dalla colazione al dopo cena, passando per il pranzo e tutte le pause della giornata.

Il caffè per gli italiani è proprio come la buona cucina: un momento di piacere da condividere con gli altri, un modo per vivere nella società e costruirla intorno alla giovialità e al rapporto reciproco.

Ci prendiamo un caffè? E’ forse la domanda più diffusa tra amici, colleghi e familiari e spesso è rivolta anche a completi sconosciuti, perché un caffè mette d’accordo proprio tutti.

Ma quanto ne sappiamo delle origini di questa bevanda? Dove è nata? Com’è arrivata in Italia?

Ecco qualche curiosità intorno alla nostra bevanda preferita.

Dall’Africa la prima miscela

Sulla prima apparizione di queste piante c’è ancora un certo dibattito. Tutto sembrerebbe iniziato in Africa, nel territorio che oggi chiamiamo Etiopia. La regione interessata si chiama Caffa (da cui potrebbe aver preso il nome) e gli etiopi, tra il XIII e il XIV secolo, iniziano ad esportare queste piante nello Yemen. Da qui inizia il lungo viaggio.

In Yemen le condizioni climatiche permettono alle piante di crescere rigogliose, diffondendosi velocemente in tutto il Medio Oriente, raggiungendo l’Arabia. E’ qui che il caffè ottiene il primo successo: gli Arabi, infatti, di religione musulmana non possono bere vino e scelgono il caffè come bevanda di piacere. Si aprono i primi luoghi di degustazione pubblici e la bevanda è riconosciuta da tutti come “il vino degli Arabi”.

Solo nel XVII secolo, il caffè arriva ufficialmente in Europa. Sebbene i mercanti veneziani già da qualche tempo tra le loro spezie offrono miscele di caffè arabica, solo in questo secolo il caffè diventa famoso ed apprezzato nel continente. Da Parigi a Londra iniziano velocemente ad aprirsi botteghe del caffè, luoghi destinati all’assaggio, alla degustazione e ad un momento di socialità.

La formula ottiene immediatamente grande successo; tanti sono i frequentatori delle botteghe che anche la chiesa comincia a preoccuparsi. Per tentare di ridurne la frequentazione, il caffè è definito la “bevanda del diavolo” capace di raddoppiare l’Io e rendere le persone troppo attive. Questi pregiudizi si spengono solo quando anche Papa Clemente VIII, all’inizio del ‘600, ne diventa estimatore e bevitore quotidiano.

caffè filtrato orientale

La tradizione del caffè in Italia

In Italia il caffè è diventato presto un grande protagonista. Malgrado non vantiamo consumi molto più alti degli altri paesi, il nostro legame con il caffè sembra essere più personale e profondo.

Uno degli aspetti fondamentali in questo senso è la creazione di un modo “all’italiana” di fare il caffè. Già dalla fine del ‘700 a Napoli si diffonde una nuova modalità di preparazione: non più come i Turchi, facendo cuocere la polvere in acqua, ma facendo invece filtrare l’acqua bollente attraverso la miscela.

Ma le innovazioni intorno al caffè all’italiana non finiscono qui: a Milano nel 1902 si inventa l’espresso, attraverso la creazione della prima macchina da caffè che sfrutta la pressione dell’acqua, per il filtraggio della miscela.

L’ultima variante sarà poi la moka, creata da Bialetti nel 1933.

Grandi sono le storie di successo che da quel giorno hanno legato il caffè con l’Italia: una tra tutte, quella della famiglia triestina che ha dato vita all’ottimo caffè illy.

Ad ogni modo, da quando il caffè è arrivato in Europa e in Italia, non ha più smesso di deliziare milioni di persone in tutte le sue varianti: espresso o moka, il caffè rimane una delle più grandi passioni degli italiani. Un momento della giornata piacevole e importante da vivere insieme insieme, al quale non vogliamo proprio rinunciare.

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